Clash, le copertine ispirate a quella di 'London Calling'
In principio fu il primo album del Re del Rock, "Elvis Presley" del 1956: la foto di copertina - scattata a Tampla, in Florida, da William V. "Red" Robertson, il 31 luglio del 1955 - accompagnata dal particolare lettering fucsia e verde, venne ripresa dal grafico Ray Lowry e da Joe Strummer per quella di "London Calling", replicando il format originale ma sostituendo a Presley Paul Simonon, intento a sfasciare il suo basso Fender Precision sul palco del Palladium di New York City il 20 settembre del 1979, dove i Clash si esibirono in occasione di una delle tappe americane del loro "Take the Fifth Tour".

Diventato in breve tempo un'icona rock'n'roll, l'artwork - dal 1979 - fu citato a più riprese da band e artisti, non necessariamente "vicini", musicalmente, alla formazione di "The Guns of Brixton".
I primi a omaggiare l'artwork di copertina di "London Calling" furono i Big Audio Dynamite, che con i Clash possono vantare una strettissima parentela: la band fondata dal chitarrista Mick Jones dopo lo scioglimento della formazione guidata da Joe Strummer riprese il concept del debutto di Presley per la propria prima prova sulla lunga distanza, "F-Punk" del 1995.
Undici anni dopo la cantautrice canadese k.d. lang riprenderà in modo quasi letterale l'originale di Elvis Presley per la sua prima raccolta, "Reintarnation":
Molto più velato - perché di fatto riguardante solo il lettering utilizzato per indicare nome dell'artista e titolo della pubblicazione - è l'omaggio riservato dallo staff di Cliff Richard per "Rise Up", album pubblicato dal veterano cantante britannico nel novembre del 2018.
La citazione più curiosa - e probabilmente più appropriata, considerando l'attitudine degli autori - fu quella fatta dai Chumbawamba per il loro singolo del 1999 "Tony Blair":

La canzone fu resa disponibile come singolo in formato fisico solo agli iscritti al fan club del gruppo come regalo di Natale per le festività del 1999: nel brano il collettivo britannico attacca durante l'allora primo ministro, dando voce a un'immaginaria ex partner del già leader del partito laburista che - su una base doo-wop - elenca le promesse non mantenute dal politico inglese ("Tony, mi hai promesso il mondo / ma io non sono quel genere di ragazza / e Tony, ora a partele tue bugie non c'è più nulla").
L'allora dirigente della EMI nel Regno Unito Rupert Perry prese le distanze dall'operazione, inviando alla band un messaggio per esprimere il proprio sostegno a Blair. Secondo quanto spiegato dalla stessa band, la divergenza tra gruppo e discografico non rimase solo sul piano della dialettica politica: Perry fece sequestare tutte le copie del singolo presenti nei magazzini dell'etichetta, facendo di fatto scomparire la versione fisica del singolo - ora scaricabile gratuitamente in formato mp3 dal sito ufficiale della band a questo indirizzo.
Rockol, dallo scorso 25 novembre, sta celebrando il quarantennale della pubblicazione di “London Calling” dei Clash, che ricorre il 14 dicembre 2019: a questo indirizzo sono disponibili tutti gli approfondimenti che abbiamo dedicato per l'occasione al terzo disco della band di Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon.